La storia della Sicilia in pillole

| |

Quella della Sicilia è una storia fortemente influenzata dalle numerose dominazioni: l’isola più grande del Mediterraneo, infatti, ha sempre rappresentato una meta privilegiata per la sua strategica posizione geografica, nonché il punto d’incontro delle civiltà sin dall’epoca paleolitica.

Di volta in volta, la Sicilia è stata fenicia, greca, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola, sabauda, austriaca, borbonica, senza mai perdere i caratteri peculiari della propria individualità storica; l’isola ha mantenuto intatte nei secoli le tradizioni e la spiritualità del suo popolo, esprimendole nella lingua, nei costumi e nell’arte.

Basti pensare ai templi della Valle di Agrigento, ai mosaici bizantini del Duomo di Monreale, agli affreschi di Piazza Armerina o alle architetture arabe palermitane per comprendere quanto considerevole sia stato il lascito delle popolazioni e delle civiltà che nei secoli hanno abitato l’isola.

I primi abitanti

Tracce d’insediamenti umani in Sicilia si riscontrano fin dall’età preistorica, come dimostrano le pitture parietali e i manufatti neolitici rinvenuti nelle grotte dell’Addaura, vicino Palermo, o in quelle delle isole Egadi ed Eolie. In epoche remotissime la Sicilia fu popolata originariamente dai Sicani, popolazione mediterranea proveniente, probabilmente, dalla Spagna. Intorno al 1400 a.C. giunsero i Siculi, gli Ausoni e quindi gli Elimi, forse celto-liguri.

I primi contatti con i popoli del Mediterraneo

Ma il primo, forte momento di sviluppo avvenne intorno al IX secolo a.C. quando nella parte occidentale dell’isola si stabilirono i Fenici, fiorente popolo di navigatori e commercianti (il nome deriva probabilmente dal greco phoìnike, purpurei, per la loro fama di produttori di stoffe) che fondò centri importanti tra i quali il futuro capoluogo Palermo.

I Greci e la Trinacria

Nella parte orientale e centrale dell’isola si stanziarono, a partire dall’VIII secolo a.C. i colonizzatori Greci, che chiamarono l’isola Trinacria dai suoi tre promontori, e fondarono sontuose colonie (quasi tutte sulle coste) come Agrigento, Catania, Siracusa, Milazzo, Zancle (l’attuale Messina), Taormina, Gela, grandi città dove ferve una vita artistica e culturale tra le più attive del Mediterraneo.

Prima Atene (413 a.C.), poi Cartagine cercarono di impossessarsi della Sicilia, ma le polis resistettero sotto la guida di Siracusa. In particolare i Cartaginesi combatterono a lungo per la supremazia nell’isola con i Sicelioti; finché questi, guidati da Gerome signore di Siracusa e da Terone signore di Agrigento, li sconfissero definitivamente nel 480 a.C. ad Imera.

La dominazione Romana

I Romani nel III secolo a.C. sconfissero Agrigento e Siracusa: la Sicilia divenne provincia di Roma. Dopo le vittorie dei Romani nelle guerre Puniche, la Sicilia venne divisa in Province e diventò il granaio dell’impero grazie alla sua ricchezza agricola (era chiamata «il granaio di Roma»), la sua cultura e la sua fedeltà contribuì notevolmente alla potenza imperiale di Roma.

I grandiosi mosaici della Villa romana del Casale presso Piazza Armerina, e i resti dell’Anfiteatro romano di Catania (inferiore per grandezza solo al Colosseo di Roma) dimostrano la floridezza economica e culturale della Sicilia romana.

Nell’età imperiale romana la Sicilia diventò assoluta protagonista del Mare Nostro, punto d’incontro fondamentale per i commerci, l’industria navale, la produzione agricola, stabilendo un primato che consolidò in epoca bizantina e poi ancora durante i secoli della dominazione araba.

La Sicilia fu tra le prime regioni europee ad abbracciare la fede cristiana; ebbe martiri e santi, e donò alla chiesa cinque papi. La prima cattedrale cristiana in Europa sorse a Siracusa.

Alto Medioevo

Con la caduta dell’impero romano d’Occidente, la Sicilia fu oggetto di numerosi invasioni barbariche. Nel secolo VI passò sotto il dominio bizantino. Dal 663 al 668 Siracusa fu capitale dell’impero bizantino, con l’imperatore Costante II. Dopo la guerra goto-bizantina del 552 d.C., l’isola viene inglobata nell’Impero Romano d’Oriente come Provincia periferica fino al IX secolo.

Dall’827 iniziò l’invasione saracena della Sicilia: da Mazara del Vallo fino a Taormina. Da qui iniziò un periodo florido per l’isola, sia dal punto di vista culturale sia economico, che porterà Palermo a diventare una metropoli mediterranea, capitale dell’Emirato Kalibi. Mentre nella zona di Val di Noto e Val Demone rimase ferma la civiltà greco-latina.

Basso Medioevo

Agli Arabi succedettero i Normanni, guerrieri e navigatori scandinavi che dal 1060 al 1194 conquistarono e ricristianizzarono l’isola, creandovi il primo Stato moderno, e facendone il regno più splendido del Mediterraneo, come ancora oggi attestano le superbe cattedrali di Monreale, di Cefalù, di Palermo, i loro mosaici, i loro palazzi, i loro ponti.

L’opera dei Normanni venne continuata dagli Svevi (1194 1266) e sotto il grande imperatore Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla, nacque a Palermo, come sappiamo anche dalla testimonianza di Dante, la letteratura italiana, con i poeti della Scuola Siciliana.

Agli Svevi successero gli Angioini (1266-1282). Il successore al trono Manfredi, figlio di Federico II, fu sconfitto da Carlo d’Angiò e ucciso nella battaglia di Benevento. Gli Angioini instaurarono in Sicilia un dominio di oppressione e di terrore, al quale i Siciliani si ribellarono con la celebre rivoluzione del Vespro (30 marzo 1282), chiamando sul trono il re aragonese Pietro III, che aveva sposato Costanza, la figlia di Manfredi.

Gli Aragonesi tennero la Sicilia dal 1282 al 1412. Spentasi la loro dinastia l’isola passò sotto la Spagna e per 301 anni fu governata da viceré spagnoli. In questo periodo carestie, guerre, incursioni piratesche, epidemie, terremoti desolarono la Sicilia, sempre percorsa da fremiti autonomistici, che provocarono rivolte inesorabilmente stroncate dagli Spagnoli.
Nel Quattrocento Re Alfonso “il Magnanimo” (Aragona e Sicilia) riuscì a unificare i due tronconi (Sicilia e Italia meridionale) dell’antico Stato e lo rifondò come Regno delle due Sicilie.

Dal Settecento a oggi

All’inizio del Settecento la Sicilia venne coinvolta nelle guerre di successione spagnola e polacca (1700-1738). In un trentennio l’isola fu costretta a cedere la sua corona prima ai Savoja poi all’imperatore d’Austria Carlo VI e, infine, a Carlo dei Borbone di Spagna il quale fondò la dinastia dei Borboni di Napoli e restituì l’autonomia al Regno di Napoli e Sicilia.

A causa dell’invasione francese, Re Ferdinando di Borbone si trasferì a Palermo per alcuni anni. Qui dovette soggiacere alle richieste dell’aristocrazia autonomista siciliana promulgando una Costituzione (1812). Ma nel 1816, ricostituita l’autorità monarchica, Ferdinando la soppresse e sciolse il Parlamento siciliano. Nel 1820-21 si ebbe la prima sommossa antiborbonica.

Nel 1848 scoppiò la Rivoluzione grazie alla quale gli indipendentisti costituirono un Parlamento autonomo da Napoli proponendo poi una federazione della Sicilia indipendente con gli altri Stati italiani. L’insurrezione unitaria della Gancia del 4 aprile 1860 fu il moto risorgimentale che convinse Garibaldi e i Mille ad intervenire in Sicilia. Il governo borbonico fu sconfitto nel 1860 a Calatafimi e la guerra del 1861 si concluse con l’annessione della Sicilia e dell’Italia Meridionale al Regno Sabaudo d’Italia.

Nel 1894 vennero sconfitti anche i Fasci siciliani grazie a Crispi capo del Governo. Dopo questi eventi iniziarono le migrazioni siciliane verso l’America, a causa della grande crisi economica. Il 15 maggio 1946 con un decreto legislativo venne istituita la Regione Siciliana a statuto speciale. Una storia complessa, che ha fatto però di questa terra un luogo unico, la cui ricchezza artistica e culturale consiste proprio nel suo essere il prodotto dell’unione di molteplici stili.

Precedente

I 5 migliori ristoranti della Sicilia

10 cose da vedere e fare a Palermo

Successivo