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Il Teatro Greco di Taormina

Redazione Siciliatoday.it Da Redazione Siciliatoday.it
13 Febbraio 2025
in Cultura
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Teatro Greco di Taormina

Teatro Greco di Taormina

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Tra i luoghi da visitare a Taormina, merita un capitolo a parte il Teatro Greco (molto più comunemente chiamato Teatro Antico), il secondo teatro classico più grande della Sicilia e dell’Italia intera dopo quello di Siracusa.

Patrimonio artistico-culturale dell’isola il Teatro Greco è l’attrazione principale di Taormina, capolavoro archeologico di rara bellezza che da sempre conquista generazioni e generazioni di visitatori. Il più rappresentativo della cosiddetta Perla dello Ionio è inserito in un contesto paesaggistico unico nel suo genere, in un punto panoramico meraviglioso da cui si possono apprezzare incredibili scorci sulla Valle del’Etna e sulla baia dei Giardini di Naxos.

La storia del Teatro Greco di Taormina

La costruzione del Teatro Greco di Taormina risale presumibilmente intorno al III secolo a.C., come fanno supporre alcuni blocchi di pietra di Taormina, ancora visibili sotto la scena, e le iscrizioni in greco su alcuni gradini con il nome di Filistide, moglie di Ierone II e probabile committente della costruzione, conservati nella versura occidentale. All’età ellenistica appartiene anche il tempietto di cui si conservano le fondazioni in alto sulla cavea.

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Le maggiori tracce archeologiche relative all’edificazione di questo prezioso e fantastico monumento così come lo ammiriamo oggi, sono risalenti all’epoca romana, durante la quale il teatro viene ricostruito e ampliato dapprima durante l’età repubblicana per opera dell’Imperatore Romano Augusto e successivamente intorno al Il secolo d.C., quando cresce per dimensione e prestigio dotandosi dei suoi elementi architettonici principali.

Nato per ospitare rappresentazioni drammatiche o musicali, il Teatro si era trasformato durante l’epoca romana per far posto ai giochi gladiatorii e alle battaglie navali. Questo aveva comportato importanti modifiche a livello strutturale, come l’ampliamento dell’orchestra, che in epoca greca era destinata ai suonatori, in modo da essere adattata alla nuova funzione di arena. Il Teatro, tuttavia, in epoca tardo antica, riacquista la sua funzione originale e il porticato alle spalle del palcoscenico col suo complesso artistico risale a questo periodo.

Dopo le invasioni vandale il Teatro cade nell’oblio e abbandonato fino al medioevo, quando viene riutilizzato a scopo abitativo. Nel 1700, tuttavia, le ideologie romantiche del Grand Tour, valorizzarono i resti dell’antico teatro di Taormina, che tornò a rivivere in tutta la sua storicità. Dopo molti restauri, dal 1950 ospita grandi eventi musicali, teatrali e cinematografici grazie alle atmosfere suggestive incarnate in questo luogo.

La scena

La scena è la parte più importante che rimane del Teatro e conserva, in parte, la sua forma originale. Nulla invece rimane dei suoi ornamenti e delle colonne. Secondo molti studiosi, il primo ordine era costituito da nove colonne disposte a gruppi di tre, mentre il secondo era formato da sedici colonne più basse equidistanti tra loro. Si dice che queste colonne arrivarono via mare fino a Villagonia, furono poi agganciate con funi e tirate da orde di schiavi fino al Teatro. Durante il medioevo gran parte di queste colonne vennero asportate per costruire palazzi ed abbellire luoghi di culto, tra cui la Cattedrale.

La platea

La platea è tutta incavata nella roccia e poteva contenere fino a 5400 spettatori. I gradini erano distinti in due parti; nell’una sedevano gli spettatori, che potevano anche servirsi di cuscino; nell’altra metà, leggermente incavata, poggiavano i piedi coloro che sedevano sul gradino superiore. I primi posti erano sicuramente riservati alle autorità. Ancora oggi la cavea è divisa in nove sezioni cuneiformi, servite da otto scalette.

I portici

Dietro il muro superiore di chiusura della platea, per aumentare il numero di posti, furono costruiti in mattoni due grandi portici che accompagnavano tutto lo sviluppo della platea. Le volte dei portici sostenevano una terrazza ciascuno. La prima volta sosteneva la terrazza più bassa, divisa in più ordini di sedili in legno riservati alle donne, mentre l’arco del secondo portico, che sosteneva la terrazza più alta del Teatro, senza sedili fissi, ospitava la gente più umile.

Le scale di accesso

La scala a gradini compiva tre svolte e si restringeva man mano che si saliva. Nelle tre svolte vi erano tre porte che introducevano alla cavea: la prima dava la possibilità d’ingresso alle autorità e ai personaggi importanti, gli altri spettatori dovevano continuare a salire per poter entrare nella cavea.

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